Tutti i commenti di Riccardo C.
Pubblicato in data: 6 febbraio 2019
Return to Fantasy
Ho preso a prestito il titolo di un album degli Uriah Heep per sintetizzare quello che ho provato dopo l'ascolto di questo meraviglioso album. In effetti, il vero ritorno alla fantasia si è avvertita già con il precedente "Target Earth" ma questo è veramente la conferma di un grande, grandissimo, ritorno. Un disco perfettamente in linea con la seconda incarnazione stilistica dei Voivod, una vera re-incarnazione che non suona come deja-vù ma ci regala nuove ed originali composizioni che affrontano nuovi temi e sentieri, nuovi suoni ed arrangiamenti, tutto perfettamente coerente con gli stilemi del prog-metal tipico dei canadesi. Piggy ne sarebbe veramente entusiasta: una continuazione dal punto in cui si era fermato il chitarrista. Da avere. Assolutamente.
Pubblicato in data: 6 febbraio 2019
L'astronave è partita!
Che razza di titolo, direte voi... Spiego: io considero i Voivod nella loro seconda incarnazione stilistica (da "Killing Technology" a "The outer Limits") un gruppo che suona, principalmente prog. Thrash, metal, sicuramente ma in chiave prog. Non per niente le loro cover di brani dei Pink Floyd e dei King Crimson sono sempre perfettamente coerenti e calate nella parte. Detto ciò, con l'album precedente, "Killing Technology", l'astronave dei nuke-warriors canadesi stava settando i controlli e calcolando la rotta, con questo, "Dimension Hatross" decolla, con decisione, sicurezza e sfrontatezza, intraprendendo un viaggio avventuroso e spettacolare. Fine delle metafore. Questo è un disco chiave, originale e che detta un corso ed anche un genere. Influenze thrash, punk, prog settantiane e space rock si alternano, accavallandosi in continuazione, intrigando l'ascoltatore che ne rimane ipnotizzato ed esaltato. Questa riedizione anniversario è notevole: ottimamente rimasterizzata, presenta un ulteriore cd live di ottima qualità audio ed un dvd con alcuni concerti, inevitabilmente di qualità video ed audio amatoriale ma estremamente rappresentativi. Aspetto con ansia l'analoga riedizione anniversario dell'album successivo, "The Nothing Face" che, mi auguro, coerentemente uscirà nel corso del 2019.
Pubblicato in data: 24 agosto 2017
Magie prog
Sì, Steven Wilson è realmente un mago, un prolifico mago. The Raven è un disco che spazia senza timore all'interno di un'ampissima gamma di sottogeneri Prog, da sfuriate metal al Canterbury e così via, senza soluzione di continuitÁ . Il disco scorre via deliziando le orecchie e senza un attimo di incertezza. La valutazione corretta sarebbe 4 stelle e mezza, che rende più giustizia al gran lavoro di un autentico, talentuoso, artista. Album assolutamente consigliato a chiunque ama il Prog, in tutte le sue forme.
Pubblicato in data: 2 agosto 2017
Band che evolvono...
Ho avuto la fortuna di assistere, a suo tempo, al concerto di presentazione di quest'album, in Finlandia: a Turku presso la discoteca Saatamo, per la precisione. E' stato un grandissimo concerto, in linea con, forse, l'album più eclettico del gruppo. L'evoluzione verso un prog metal originale e molto folk è evidente ma non stravolge l'essenza estremamente nordica dei nostri, che rimangono comunque cuoi, freddi e drammatici. Un album consigliatissimo soprattutto a chi no è stretto di vedute...
Pubblicato in data: 2 agosto 2017
Continua il viaggio degli Anathema
Continua il viaggio di questa, sempre, strabiliante, band di Liverpool. E continua in due sensi: da una parte, continua la storia iniziata con A Fine Day to Exit, nel 2001; dall'altra parte, invece, continua l'evoluzione del song-writing della band che sembra andare anche oltre il prog che ha caratterizzato pesantemente gli ultimi album: gli sconfinamenti nell'ambient e nel post-rock ormai sono evidenti e frequenti, così come anche una certa sensibilitÁ pop che caratterizza, in parte, questo lavoro. Attenzione, però: si tratta pur sempre di un lavoro degli Anathema, quindi sempre affascinante, ridondante di talento e genialitÁ .
Pubblicato in data: 25 giugno 2017
Riposa in pace Aleah!
Che titolo per una recensione. Eppure, così è. Finalmente, dopo alcuni anni di travaglio, esce l'album di un supergruppo (Swallow the Sun e Katatonia) che avrebbe potuto imporsi nel panorama del gothic metal ma il fato ha voluto deciso diversamente, negando ad Aelah Starbridge la soddisfazione di vedere la sua voce ammagliare tutti noi, che tanto abbiamo atteso; lasciandoci però un'autentica gemma tra le mani. Riposa in pace Aleah, certa che la tua voce soave continua a farci sorridere, tra le lacrime.
Pubblicato in data: 25 giugno 2017
Dark di classe
Dopo alcune prove che lasciavano un poco a desiderare, a mio avviso (troppe le similitudini agli HIM o Entwine), finalmente, con questo album, i nostri sono riusciti a trovare una caratterizzazione ben precisa. Questo è un album di dark rock, spesso e volentieri metal, molto intimista ed emotivo, per niente scontato ed abbastanza originale. Un buon lavoro che vale la pena approfondire. Voto 7,5
Pubblicato in data: 21 aprile 2017
Rischio!
Mai titolo fu più azzeccato dal buon David in tanti anni di carriera... Personalmente considero questo album quasi un capolavoro: a parte una traccia, che trovo scontata banale e fuori luogo, tutto il resto è compatto, innovativo, scorrevole e magistralmente suonato (come sempre, del resto). Certo è che, questo, non è un album di trash metal. E' un album di un heavy rock moderno, fluido, orecchiabile ma non banale, piacevole e molto ben composto. Questo album è stato maltrattato da molti, critici e fan, perchè si discosta nettamente dai lavori precedenti: probabilmente ha ragione lo stesso Mustaine quando dichiara che questo lavoro sarebbe dovuto uscire sotto un moniker differente, così da tagliare la sudditanza psicologica del connubio Megadeth-trash. In effetti questo è un album che affronta temi musicali molto differenti ma lo fa in perfetto stile Megadeth il che rappresenta, a mio avviso, una garanzia. Acquisto consigliato a chi piace il metal di più ampio respiro ed ai fan dei Megadeth dotati di mente aperta.
Pubblicato in data: 21 aprile 2017
Capolavoro spartiacque
Con questo lavoro Blackie Lawless decide di passare ad una versione decisamente matura degli Wasp, affrontando temi sociali profondi ed importanti con un'inedita serietÁ e consapevolezza. Questa nuova attitudine troverÁ compimento con l'album seguente, l'altrettanto splendido "The Crimson Idol". Le musiche, drammatiche e taglienti, accompagnano superbamente testi diretti ed impegnati; un album che abbandona nettamente l'atmosfera festaiola e da "grand guignol" dei seppur validissimi album precedenti in favore di una cinica, fredda e lucida visione della spietatezza della societÁ moderna.
Pubblicato in data: 21 aprile 2017
Esordio stupefacente
Aquarius è l'album di esordio di questi giovani progsters e, tutt'ora, il loro lavoro migliore, a mio avviso. E' un album incredibilmente maturo, vario, complesso, segnato da innumerevoli influenze e suonato magistralmente. Un album che mette d'accordo gli amanti del prog sia del versante metal che di quello rock. Questa release, rimasterizzata ed arricchita di un bonus cd con la versione strumentale dell'album, rappresenta un acquisto decisamente consigliato.