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Architect of lies | CD | Mercenary

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Pezzi melodici/aggressivi/malinconici.
Codice articolo 434699
Titolo Architect of lies
Genere Musicale Melodic Death Metal
Edizione Limited Edition
Tema Band
Band Mercenary
Data di pubblicazione 24/03/2008
Tipologia prodotto CD
Media - Formato 1-3 CD & DVD

Disc 1

  • 1.
    New desire
  • 2.
    Bloodsong
  • 3.
    Embrace the nothing
  • 4.
    This black and endless never
  • 5.
    Isolation (The loneliness in December)
  • 6.
    The endless fall
  • 7.
    Death connection
  • 8.
    Black and hollow
  • 9.
    Execution style
  • 10.
    I am lies
  • 11.
    Public failure number one

Disc 2

  • 1.
    Bang your head festival 2007
  • 1.
    My secret window
  • 1.
    131Mercenary
  • 1.
    Bang your head feature
  • 2.
    Summernights festival 2007
  • 2.
    Soul decision
  • 2.
    Firesoul
  • 2.
    My world is ending
  • 2.
    World hate center
  • 2.
    Redefine me
  • 2.
    My secret window
  • 2.
    131Mercenary
  • 3.
    Architect of lies
  • 4.
    My world is ending

da Alberto Capettini (10.04.2008) Che dispiacere dover ammettere che una band valida come i Mercenary si sia omologata agli stilemi più banali del death melodico (e anche, di conseguenza, di certo metalcore) ma il nuovo "Architect Of Lies" ci porta proprio a questo tipo di considerazione pur essendo composto da pezzi concisi che rendono l’ascolto più fruibile che in passato; riteniamo comunque che il nuovo lavoro sia un piccolo passo indietro rispetto al valido "The Hours That Remain" pur mantenendone le stesse coordinate stilistiche. Non è che si possa effettuare un attacco critico in grande stile ai danesi dato che formalmente la band si muove con disinvoltura nei meandri di un mix fatto di death/thrash alla Soilwork/In Flames (i suoni sono praticamente identici), dark metal alla Evergrey ("Black And Hollow") e venature di metal classico (soprattutto nella vocalità di Mikkel Sandager). Come spiegato però da loro ci saremmo aspettati una minore uniformità: "New Desire" ad esempio è prevedibilissima mentre ci sarebbe piaciuto ascoltare più tracce simili alla bella "Embrace The Nothing" o al singolo "Isolation (The Loneliness In December)"; il citato cantato "classico" è in più di un’occasione vicino ai Judas Priest anche se mischiato al growling opera del bassista Rene Pedersen. Sicuramente i Mercenary hanno affinato la propria proposta anche se non sembrano volersi muovere dall’orticello che si sono coltivati con cura (perlomeno dal 2002 in poi) e che pare piacere ad un buon numero di fan proprio perché va a toccare i punti cardine del dogma metal ma la domanda che sorge spontanea è questa: potranno/vorranno evolversi in futuro?