Doomsday X | CD | Malevolent Creation
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| Codice articolo | 432210 |
|---|---|
| Titolo | Doomsday X |
| Genere Musicale | Death Metal |
| Tema | Band |
| Band | Malevolent Creation |
| Data di pubblicazione | 24/08/2007 |
| Tipologia prodotto | CD |
|---|---|
| Media - Formato 1-3 | CD |
CD 1
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1.Cauterized
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2.Culture of doubt
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3.Deliver my enemy
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4.Archaic
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5.Buried In A Nameless Grave
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6.Dawn of defeat
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7.Prelude to doomsday
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8.Upon their cross
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9.Strength in numbers
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10.Hollowed
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11.Unleash hell
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12.Bio-terror
da Ricardo Manazza (21.01.2008) E’ fuori discussione che da una band come i Malevolent Creation si sa sempre cosa attendersi. Lo scopo del gruppo è da sempre quello di canalizzare l’essenza stessa della violenza e trasformarla in materia musicale. Pur con sfaccettature diverse album distanti nel tempo (e nella line-up) come "Retribution", "In cold blood" o "The will to kill" non difettavano di certo di impatto e aggressività. "Doomsday X" è l’album in cui fa il suo ritorno dietro al microfono il vecchio singer Brett Hoffman (per altro poco riconoscibile rispetto a quanto inciso anni fa), insieme al chitarrista Jon Rubin (anche lui già della band in passato) e segue immancabile questa tradizione, consegnando 11 tracce di death-metal primordiale e virulento che si preoccupano di suonare come mazzate in faccia e niente di più. In alcuni momenti la band sembra quasi volersi avvalere dell’attitudine scarna e minimale di certo death-black (tipo "Culture of doubt") per concentrarsi ancora di più sull’assalto distruttivo. Per lo stesso motivo fanno la loro comparsa in alcuni momenti anche riff vicini al thrash più brutale in linea con un lavoro d’epoca come "The ten commandments" (ascoltate "Deliver my enemy"). In questo senso non ci troviamo ad ascoltare un’opera che guarda più al passato che al futuro e certo chi si aspettava qualcosa di più strutturato potrà anche restare deluso. E’ però altrettanto innegabile che non è facile trovare in giro qualcuno che riesca ad interpretare con tanta convincente aggressività i dettami classici del genere. Per noi il pollice resta verso l’alto.
da Riccardo Manazzo (19.07.2007) E’ fuori discussione che da una band come i Malevolent Creation si sa sempre cosa attendersi. Lo scopo del gruppo è da sempre quello di canalizzare l’essenza stessa della violenza e trasformarla in materia musicale. Pur con sfaccettature diverse album distanti nel tempo (e nella line-up) come "Retribution", "In cold blood" o "The will to kill" non difettavano di certo di impatto e aggressività. "Doomsday X" è l’album in cui fa il suo ritorno dietro al microfono il vecchio singer Brett Hoffman (per altro poco riconoscibile rispetto a quanto inciso anni fa), insieme al chitarrista Jon Rubin (anche lui già della band in passato) e segue immancabile questa tradizione, consegnando 11 tracce di death-metal primordiale e virulento che si preoccupano di suonare come mazzate in faccia e niente di più. In alcuni momenti la band sembra quasi volersi avvalere dell’attitudine scarna e minimale di certo death-black (tipo "Culture of doubt") per concentrarsi ancora di più sull’assalto distruttivo. Per lo stesso motivo fanno la loro comparsa in alcuni momenti anche riff vicini al thrash più brutale in linea con un lavoro d’epoca come "The ten commandments" (ascoltate "Deliver my enemy"). In questo senso non ci troviamo ad ascoltare un’opera che guarda più al passato che al futuro e certo chi si aspettava qualcosa di più strutturato potrà anche restare deluso. E’ però altrettanto innegabile che non è facile trovare in giro qualcuno che riesca ad interpretare con tanta convincente aggressività i dettami classici del genere. Per noi il pollice resta verso l’alto.