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Lightning strikes again | CD | Dokken

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"Lightning strikes again" è il 10° album in studio dei Dokken. Come risulta evidente già dal titolo, la band ritorna definitivamente a clasiche song stile "Under lock & key", con il bel sound classico del periodo d'oro.
Codice articolo 434862
Titolo Lightning strikes again
Genere Musicale Hard Rock
Tema Band
Band Dokken
Data di pubblicazione 18/04/2011
Tipologia prodotto CD
Media - Formato 1-3 CD

CD 1

  • 1.
    Standing on the outside
  • 2.
    Give me a reason
  • 3.
    Heart to stone
  • 4.
    Disease
  • 5.
    How I miss your smile
  • 6.
    Oasis
  • 7.
    Point of no return
  • 8.
    I remember
  • 9.
    Judgement day
  • 10.
    It means
  • 11.
    Release me
  • 12.
    This fire

da Giovanni Barbo (10.04.2008) Dopo il tuffo nel passato con il live d'annata uscito lo scorso anno, i Dokken tornano con un album da studio grintoso al punto giusto, a dimostrazione di una ritrovata buona forma. L'unico dubbio, semmai, riguarda la non sempre impeccabile performance dello stesso Don Dokken, che pure comincia bene. L'importante, comunque, è che l'hard rock cromato che ha reso grande la band è di nuovo qui: ottimo il lavoro di cesello alla chitarra da parte di Jon Levin, vero protagonista di "Lightning Strikes Again", ma è tutta la formazione a reggere l'urto degli anni e farlo rimbalzare con convinzione sull'ascoltatore. Non si tratta di un album memorabile, ma il piacere - simile a quello di ritrovare dei vecchi amici - è sincero. Il primo assaggio dei Dokken versione 2008 è di quelli che ti riportano indietro con la memoria: "Standing on The Outside" è aggressiva al punto giusto, perfetta per portarci subito in mezzo al campo della battaglia musicale che Don Dokken e compagni portano avanti ormai da più di cinque lustri. Non entusiasmanti le ballad "How I Miss Your Smile" e "I Remember", non male invece la leggerezza quasi sognante di un pezzo come "Oasis". E' innegabile, nel complesso, un vistoso calo nella seconda parte dell'album, dovuto principalmente ad una mancanza di nerbo. Intrigante l'oscura "It Means", che si inserisce sinuosamente in un discorso musicale differente da quello tradizionalmente proposto dai Dokken. Chiusura classicissima con "This Fire", la chitarra di Jon Levin a graffiare come un tempo. Un discreto album, Don Dokken e compagni hanno ancora qualcosa da dire. Forse nulla di trascendentale. Forse. Ma forse è sufficiente questo.

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