Live in America | CD | Jorn
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| Tipologia prodotto | CD |
|---|---|
| Media - Formato 1-3 | 2-CD |
CD 1
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1.We brought the angels down
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2.Blacksong
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3.Duke of love
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4.Are you ready
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5.Cold sweat
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6.Drum solo
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7.Out of every nation
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8.Guitar solo
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9.Straight through the heart
CD 2
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1.Godless and wicked
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2.Soulburn
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3.Devilbird
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4.Perfect strangers
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5.Gonna find the sun
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6.The Whitesnake medley: Come on / Sweet talker / Crying in the rain / Here I go again / Give me all your love
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7.Out to every nation
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8.Lonely is the word / Letters from Earth
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9.Sacrificial feelings
da Lothar Landt (07.10.2007) Album dal vivo per quella che ormai è LA voce dell'hard rock classico contemporaneo. Jorn Lande si muove tra i classici della propria carriera e i due suoi più grandi amori, quelli che più ne hanno influenzato lo stile e il modo di intendere la musica. Thin Lizzy e Whitesnake sono presenti in maniera piuttosto massiccia, rispettivamente con due pezzi ed un medley che il cantante norvegese ripercorre a modo suo. Della band di Phil Lyontt colpisce soprattutto la rivisitazione di 'Cold Sweat', che mette in luce tutta la strepitosa potenza di Jorn, mentre è difficile isolare una parte del medley del Serpente Bianco che non faccia venire la pelle d'oca, se non altro per come Jorn si cala nella parte di Mr. Coverdale. Ma c'è spazio anche per l'omaggio ai Deep Purple, con una lussuosa riproposizione di 'Perfect Strangers'. Colpisce, poi, come queste presenze ingombranti ben si amalgamino con il resto della selezione proposta in questo doppio album dal vivo - la straordinaria 'Soulburn' su tutte -, che per corposità del sound proprio a quelle epoche musicali si ricollega. In effetti, trovarsi nuovamente - come nel pur riuscito 'Unlocking The Past' - di fronte ad un numero cospicuo di cover sulla carta non può non suscitare delle perplessità, che però vengono in buona parte dissolte dalla consistenza dell'apparato generale. Un impatto devastante, potente e pieno zeppo di melodie di presa immediata, garantito anche dall'ottimo lavoro della band che accompagna Jorn nell'occasione: menzione particolare ai due chitarristi, Tore Moren e Jorn Viggo Lofstad. La performance registrata per questo 'Live In America' è quella al prestigioso 'Prog Power Festival', e non si può non convenire che si tratti di una gran bella cartolina da oltre Atlantico. A completare la vignetta, una buona rivisitazione della già splendida 'Out To Every Nation', la riproposizione dell'incursione sabbathiana 'Lonely Is The Word/Letters From Earth' e la non trascendentale 'Sacrificial Feelings', sull'onda lunga degli Whitsenake, tanto per cambiare. Una conferma, una sicurezza: questo è 'Live In America', anche se la speranza di sentire presto qualcosa di veramente nuovo rimane il sentimento più forte.
da Giovanni Barbo (21.01.2008) Album dal vivo per quella che ormai è LA voce dell'hard rock classico contemporaneo. Jorn Lande si muove tra i classici della propria carriera e i due suoi più grandi amori, quelli che più ne hanno influenzato lo stile e il modo di intendere la musica. Thin Lizzy e Whitesnake sono presenti in maniera piuttosto massiccia, rispettivamente con due pezzi ed un medley che il cantante norvegese ripercorre a modo suo. Della band di Phil Lyontt colpisce soprattutto la rivisitazione di 'Cold Sweat', che mette in luce tutta la strepitosa potenza di Jorn, mentre è difficile isolare una parte del medley del Serpente Bianco che non faccia venire la pelle d'oca, se non altro per come Jorn si cala nella parte di Mr. Coverdale. Ma c'è spazio anche per l'omaggio ai Deep Purple, con una lussuosa riproposizione di 'Perfect Strangers'. Colpisce, poi, come queste presenze ingombranti ben si amalgamino con il resto della selezione proposta in questo doppio album dal vivo - la straordinaria 'Soulburn' su tutte -, che per corposità del sound proprio a quelle epoche musicali si ricollega. In effetti, trovarsi nuovamente - come nel pur riuscito 'Unlocking The Past' - di fronte ad un numero cospicuo di cover sulla carta non può non suscitare delle perplessità, che però vengono in buona parte dissolte dalla consistenza dell'apparato generale. Un impatto devastante, potente e pieno zeppo di melodie di presa immediata, garantito anche dall'ottimo lavoro della band che accompagna Jorn nell'occasione: menzione particolare ai due chitarristi, Tore Moren e Jorn Viggo Lofstad. La performance registrata per questo 'Live In America' è quella al prestigioso 'Prog Power Festival', e non si può non convenire che si tratti di una gran bella cartolina da oltre Atlantico. A completare la vignetta, una buona rivisitazione della già splendida 'Out To Every Nation', la riproposizione dell'incursione sabbathiana 'Lonely Is The Word/Letters From Earth' e la non trascendentale 'Sacrificial Feelings', sull'onda lunga degli Whitsenake, tanto per cambiare. Una conferma, una sicurezza: questo è 'Live In America', anche se la speranza di sentire presto qualcosa di veramente nuovo rimane il sentimento più forte.