New revelation | CD | Astral Doors

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Quarto album di questi Heavy-Metalheads melodici con l’affermato cantante Nils Patrick Johansson.
Codice articolo 432802
Titolo New revelation
Genere Musicale Heavy Metal
Tema Band
Band Astral Doors
Data di pubblicazione 14/09/2007
Tipologia prodotto CD
Media - Formato 1-3 CD

CD 1

  • 1.
    New revelation
  • 2.
    Freedom war
  • 3.
    Pentecostal bound
  • 4.
    Bastard son
  • 5.
    Wating for the master
  • 6.
    Planet earth
  • 7.
    Quisling
  • 8.
    Cold war survivor
  • 9.
    Gates of light
  • 10.
    Shores of solitude
  • 11.
    Mercenary man

da Riccardo Manazza (07.10.2007) Recensire il nuovo disco degli svedesi Astral Doors è una vera goduria. Primo perché suonano un semplice e diretto heavy metal che non ingloba nessun elemento esterno, il che rende molto facile farvi capire quali sono le coordinate musicali del prodotto (immagino che chiunque legga questo sito abbia ascoltato Iron Maiden, Dio, Rainbow e Black Sabbath, o almeno lo spero). Secondo perché hanno tra le proprie file uno dei migliori cantanti della scena, quel Nils Patrik Johansson che già ha lasciato il suo marchio di qualità sulle uscite precedenti del gruppo e in altre belle opere come Wuthering Heights o il recente ritorno dei Lion’s Share. E per finire perché si tratta non solo del migliore e più completo (leggasi "versatile") dei dischi prodotti dalla band fino ad oggi, ma anche una delle più trascinanti uscite che il genere abbia presentato di recente. D’altronde per fare funzionare un disco su queste frequenze non servono effetti speciali o grandi concetti strutturali, ma canzoni azzeccate, melodie istantanee, il giusto riffing e un cantante che spacca. Facile a dirsi, ma di certo molto meno a farsi visti i pessimi risultati che si sentono fin troppo comunemente. Ed invece gli Astral Doors hanno beccato quello che su definisce stato di grazia, confezionando così un filotto di brani che diventa impossibile sfilarsi dal cervello e che costringerà tutti i fan del metallo di una volta a tirare fuori quel poco di voce rimasta per gridare il desiderio di unirsi a questa ‘Freedom War’ promossa nel nome dei valori tradizionali del rock duro. Liberatorio.

da Riccardo Manazza (21.01.2008) Recensire il nuovo disco degli svedesi Astral Doors è una vera goduria. Primo perché suonano un semplice e diretto heavy metal che non ingloba nessun elemento esterno, il che rende molto facile farvi capire quali sono le coordinate musicali del prodotto (immagino che chiunque legga questo sito abbia ascoltato Iron Maiden, Dio, Rainbow e Black Sabbath, o almeno lo spero). Secondo perché hanno tra le proprie file uno dei migliori cantanti della scena, quel Nils Patrik Johansson che già ha lasciato il suo marchio di qualità sulle uscite precedenti del gruppo e in altre belle opere come Wuthering Heights o il recente ritorno dei Lion’s Share. E per finire perché si tratta non solo del migliore e più completo (leggasi "versatile") dei dischi prodotti dalla band fino ad oggi, ma anche una delle più trascinanti uscite che il genere abbia presentato di recente. D’altronde per fare funzionare un disco su queste frequenze non servono effetti speciali o grandi concetti strutturali, ma canzoni azzeccate, melodie istantanee, il giusto riffing e un cantante che spacca. Facile a dirsi, ma di certo molto meno a farsi visti i pessimi risultati che si sentono fin troppo comunemente. Ed invece gli Astral Doors hanno beccato quello che su definisce stato di grazia, confezionando così un filotto di brani che diventa impossibile sfilarsi dal cervello e che costringerà tutti i fan del metallo di una volta a tirare fuori quel poco di voce rimasta per gridare il desiderio di unirsi a questa ‘Freedom War’ promossa nel nome dei valori tradizionali del rock duro. Liberatorio.