Secret voyage | CD | Blackmore's Night

da Leonardo Cammi (21.07.2008) Il ritorno dei Blackmore’s Night è una sorpresa di grande valore in quanto i nostri sfoderano, con ‘Secret Voyage’, indubbiamente uno dei loro migliori lavori. Il nuovo CD non si mantiene aderente ad una formula già rodata, bensì esplora nuovi territori espressivi che fan sempre più capire come questo sound sia esattamente ciò che Blackmore ha sempre voluto comporre, sin dai tempi dei Deep Purple. Una novità l’abbiamo proprio all’inizio, con la lunga intro ‘God Save The Keg’, pezzo strumentale condito da tastiere altisonanti e maestose che creano la giusta atmosfera per ‘Locked Within The Crystal Ball’, otto minuti e rotti per una rock song in stile "rinascimentaleggiante" con una Candice alla voce strepitosa; di sicuro si tratta del brano più epico mai scritto dal gruppo. Dopo quest’attacco di grande enfasi abbiamo una ballad rilassata e melliflua, ‘Gilded Cage’, la cui colonna portante è costituita dalla voce di Candice, ben supportata dalla chitarra acustica sognante di Ritchie e da percussioni che rimembrano il gusto medievale. Si aggiunge a questo anche l’apporto solista del violino, con la partecipazione di Gipsy Rose, che torna anche nella successiva ‘Toast To Tomorrow’. Quest’ultimo brano citato è di certo uno dei capolavori del disco e presenta sonorità inedite per i nostri. Infatti la song, che ha nel violino un protagonista assoluto, è in stile folk russo, caratterizzato da tanta malinconia e una ritmica sottolineata ed energica. Stupenda! In ‘Secret Voyage’ non si manca di ricordare i vecchi tempi di Ritchie con la cover di ‘Rainbow Eyes’ dei Rainbow (da ‘Long Live Rock'n'Roll’), qui proposta come una dolce ballad... una rivisitazione che sorprende positivamente... da sentire ancora un grandissimo Blackmore alla chitarra elettrica. Eccelsa anche l’altra cover del lotto, ossia la new version in chiave pop/rock della song di elvis Presley ‘Can't Help Falling In Love’. Il CD si dipana ancora fra diverse piccole e grandi perle che ci fanno constatare come il gusto e la fantasia dei Blackmore’s Night ha ancora ampi margine di espressione. Difficile non rimanere ancora ammaliati, per esempio, dalla chitarra acustica di ‘Prince Waldeck's Galliard’ e da un altro pezzo medieveggiante come ‘The Circle’, in cui percussioni e strumenti musicali antichi si inseriscono in una trama più moderna senza perdere nulla del loro primevo fascino. ‘Secret Voyage’ ribadisce una volta ancora il genio compositivo di Blackmore e consorte. Chi ama queste sonorità non se lo faccia sfuggire.