Tutti i commenti di Cesare V.
Pubblicato in data: 31 ottobre 2017
L'ascia è ancora affilata!
Un gradito e piacevole ritorno questo degli inglesi Battleaxe, pionieri della NWOBHM. Solo due gli elementi originali della band, il vocalist Dave King e il bassista Brian Smith. Album consigliato a tutti i True believers, dalle sonorità potenti e trascinanti tipiche del metal inglese degli inizi degli anni'80, riproposte con una produzione moderna e impeccabile. Alcuni episodi ricordano i migliori Accept dell'era Udo Dirkschneider, forse proprio per la similitudine della caratteristiche vocali dei due frontmen. Non rimarrete delusi.
Pubblicato in data: 5 ottobre 2017
Il vecchio leone ruggisce... ma non basta
Seguo Graham Bonnet dal Down To Earth dei Rainbow del 1979 e da allora è sempre stato uno dei miei cantanti preferiti. Carriera stellare alle spalle, purtroppo Graham sono anni che non ha più una band fissa che lo segue e soprattutto nei suoi tour nell'ex Unione Sovietica il turnover dei musicisti al suo fianco è stato impressionante. In questo live registrato in Italia questo inconveniente salta subito alle orecchie: Graham è come sempre impeccabile ma il resto della band, eccezion fatta per Mark Zonder alla batteria, non brilla per carica ed entusiasmo. Il tutto risulta freddo e distaccato nonostante la setlist sia piena di successi senza tempo.
Peccato, poteva andare meglio.
Pubblicato in data: 5 ottobre 2017
Non solo chiacchere e distintivo...
Nonostante il successo come attore grazie alla serie Law Order - Special Victims Unit, ormai alla diciannovesima stagione, per fortuna Ice-T non ha perso la voglia di fare musica. Precursore del metal rap dal 1992 questo artista poliedrico torna con i suoi Body Count a farci saltare sulla sedia con un album più metal che rap in cui rende omaggio ad alcuni dei suoi idoli quali gli Slayer, Max Cavalera e Dave Mustaine, gli ultimi due ospiti nell'album. Da avere!
Pubblicato in data: 5 ottobre 2017
Gradito ritorno alle sonorità del primo album
Dopo un secondo album a mio parere deludente, visto il debutto Goodbye Repentance al fulmicotone che avevano sfornato nel 2013, gli svedesi Dead Lord tornano, con questo nuovo album, alle sonorità a cui ci avevano abituato. L'influenza Thin Lizzy è di nuovo forte e presente in ogni traccia di questo album e anche la produzione tiene conto delle sonorità di album quali Johnny The Fox e Jailbreak. Per un nostalgico come me una vera goduria. Consigliatissimo!