Tutti i commenti di Andrea G.
Pubblicato in data: 25 maggio 2017
Leggendari ? .... Forse ....
Premesso che non è un album nuovo, bensì trattasi di una raccolta dei più grandi successi di questo gruppo "nostrano" Italianissimo che tanto ha dato a questo genere "Epico-Sinfonico", ma tutti i brani sono cantati dal nuovo acquisto Giacomo Voli entrato nella band nel 2016 in sostituzione del mitico Fabio Lione (ora on gli "Eternal Idol").
Tutti i brani sembrano soffrire di una vera mancanza di "feeling" (senza nulla togliere alle doti vocali del nuovo arrivato) per intenderci a primo ascolto sembra una cover band degli stessi Rhapsody un tantino più metal che sinfonica. Della vecchia formazione rimane il buon Alex Staropoli (Tastiere), l'attuale line up della band è :
Alex Staropoli – keyboards (1993–present)
Roby De Micheli – lead guitar
Alessandro Sala - bass
Giacomo Voli - lead vocals
Manu Lotter - drums
I brani, a parte le varie interpretazioni di chi le canta, sono delle vere e proprie pietre preziose che in qualche modo vanno ad incastonarsi nel meraviglioso mondo del metal sinfonico, epico o comunque si chiami, sono brani leggendari che hanno segnato un'epoca nella musica Italiana esportata nel mondo.
Pubblicato in data: 21 aprile 2017
LA STORIA INFINITA
Ecco il ventesimo album in studio dei Deep Purple, un lavoro davvero al passo con i tempi diretto da Bob Ezrin (GiÁ produttore di Bob Dylan e del precedente disco dei porporati Now What !?) e suonato con la solita passione dai cinque.
Come anticipato nei video on line "Time for Bedlam" la dice lunga sulle tracce contenute nel disco (tra l'altro il titolo contrasta con il Tour che è titolato "The Long Goodbye") così come il brano "All I Got Is You" e la simpatica ma elaborata "Johnny's Band", spicca anche la versione (cover dei Doors) di "Roadhouse Blues", un lavoro stupendo supportato dai repentini soli di Don Airey e Steve Morse e da una sezione ritmica che tutti conosciamo Roger Glover e Ian Paice, Ian Gillan sembra non dimostrare gli anni che ha dipanando la sua voce con saggezza e maestria su ogni pezzo. Nota positiva per la scelta grafica (e per i contenuti delle varie edizioni limitate, con fotografie poster e adesivi). Noi piccoli fans di questa grande band Inglese, speriamo tutti che quella nave fotografata in copertina non si incagli mai nel ghiaccio della parola "fine" e possa proseguire ancora per molto tempo la sua rotta verso l'Infinito.
Pubblicato in data: 21 novembre 2016
Il patto con il diavolo
Glenn Hughes una voce "intramontabile" ed a testimonianza di ciò ecco l'ennesimo "capolavoro" che non manca di stupirci ancora una volta. Il lavoro è registrato in maniera stupenda e consta di ben 11 tracce che lasciano l'ascoltatore senza fiato a partire dalla traccia che apre il disco "Heavy" fino alla struggente bonus track in versione acustica "Nothing's the same", che fa il verso alla celebre "This time around" del disco dei Deep Purple "Come taste the band", da segnalare la bellissima "God of money" molto potente e dalla riffata "Stumble and go", insomma un disco da non perdere assolutamente...però un dubbio viene : ma a 64 anni suonati come fa ad avere ancora quella voce ? Ma non è per caso che ha fatto un patto con il diavolo ????
Pubblicato in data: 14 ottobre 2016
Il Fattore X
E' il decimo disco della Band Inglese, pubblicato nel 1995, e quale titolo migliore per scovare questo misterioso "Fattore sconosciuto" che si nasconde dentro questo altrettanto misterioso Lavoro in studio dei Maiden ? E' il primo lavoro che vede "Blaze Bayley" prendere il posto di Mr Dickinson, ma nulla cambia.
A primo ascolto Blaze sembra non sfigurare per nulla rispetto a Bruce ma ovviamente il paragone è inevitabile, soprattutto dal Vivo, Blaze è sicuramente un singer carismatico, ma nulla può contro le magiche doti vocali di Mr Bruce Dickinson.
Belle le tracce ben 11 ed anche questa volta di durata "alta", infatti ad aprire le danze è "Sign of the Cross" che dura ben 11 minuti e 18 secondi, ottime le chitarre dei due mostri sacri Jers e Murray, così come sempre incessante e preciso il lavoro della sezione ritmica di Harris e McBrain. Su tutti spiccano per potenza "Man on the edge" e "Look for the Truth ", si sa la classe non è acqua.
Probabilmente il fattore "X" è nell'assenza di Bruce Dickinson, che sembra davvero pesare sulla band e sottolineo soprattutto dal vivo, senza nulla togliere allo straordinario Blaze.
Ottimo lavoro.
Pubblicato in data: 14 ottobre 2016
The Final Frontier
è il quindicesimo album in studio pubblicato nel 2010, e stranamente contiene dei brani abbastanza lunghi rispetto al solito, ottimi gli arrangiamenti della coppia Dickinson e Harris. Le tracks più godibili, per come conosciamo i Maiden, sono sicuramente "Eldorado", "The Talysman" e la track che chiude il disco "When The Wild Wind Blows", le restanti tracce sembrano essere uscite da precedenti dischi, tutto sommato un disco non da 10 e lode ma un bel 8 lo merita appieno.
Pubblicato in data: 14 ottobre 2016
Miden England 1988
Davvero stupendo questo Live "datato", con gli Iron Maiden in forma smagliante, questo Live è composto da ben 18 tracce delle quali 15 in versione rimasterizzata, il suono è perfetto e potente come è solito agli "alieni" di questo genere musicale.
Bella la prima parte del concerto con "The Prisoner" e "Can I Play With Madness" su tutte, dove la rimasterizzazione ha dato a questi due brani un tocco di pulizia in più. La seconda parte del concerto è secondo me la più esaltante dal punto di vista emotivo, non a caso la scaletta proposta sembra andare a ritroso (discograficamente parlando) fino a giungere a "Run to the hills", "Running Free" e "Sanctuary" che chiude in bellezza questo splendido live in terra Londinese, ottimo.
Pubblicato in data: 16 giugno 2016
Boston 1981
Di certo questo ennesimo disco (uscito solo in versione non ufficiale) risulta avere un buon suono, soprattutto nel formato vinilico, in quanto i bassi (in questo caso suonati da Roger Glover) risultano davvero heavy come non mai. Joe Lynn Turner sa davvero fare il suo mestiere e tra vocalizzi e tonalitÁ quasi da funky-men, i brani quali "I Surrender" o "Spotlight Kid" risultano davvero efficaci, supportati da una sezione ritmica da paura, bella anche l'intro di "Lost in Hollywood" e molto fluida la performance di Mr Blackmore nell'eseguire "Difficult to Cure", mentre risulta leggermente sottotono "Smoke on the water" che chiude il disco, insomma un bel regalo per chi vuole godere delle peripezie funamboliche sulla chitarra di Mr Blackmore e company, ottima la copertina così come tutta la confezione, poco più piccola ma comunque bella anche la versione cd.
Consigliato ai nostalgici e amanti del Rock 1970.
Pubblicato in data: 13 giugno 2016
Long Beach 1976, la fine annunciata.....
In quel periodo, David Coverdale e Ian Paice, cercarono in tutti i modi di tirare fuori Tommy Bolin dalla spirale della droga, ma con scarso successo, ne è l'esempio questo disco Live registrato nove giorni prima dello scioglimento ufficiale del Mark 4 e dei Deep Purple, in particolare l'introduzione del brano "Burn" è suonato soltanto da Jon Lord poichè Bolin ebbe una mezza paralisi temporanea del braccio sinistro dovuto ad una puntura di eroina tagliata male. Gli altri brani, bene o male scorrono abbastanza lisci, Hughes e Coverdale si dannano l'anima per coprire alcuni vuoti (in senso musicale) lasciati appunto dal chitarrista che non versava certo in condizioni ottime.
Vale la pena acquistare questo lavoro-live del gruppo, che, anche se carente musicalmente parlando di una chitarra, l'atmosfera è comunque incredibile, questo disco uscì soltanto su bootleg nel 1980 edito dalla sconosciuta Kornifone.
Dopo questo concerto i Deep Purple affrontarono altre nove date tra America e Inghilterra, proprio lì terminarono la loro avventura del Mk 4, a Liverpool, dove Coverdale nel bel mezzo del concerto letteralmente infuriato lasciò il palco lasciando gli altri quattro in balia di loro stessi. Dopo qualche mese, Tommy Bolin morì a causa di una overdose di eroina e fu la fine.
Pubblicato in data: 7 ottobre 2015
La solita storia.....
Purtroppo si sa che il tempo passa per tutti, ma per Mr Blackmore sembra proprio essersi fermato nell'oblio più profondo.
Lontano dai primi tre lavori, questo disco sembra (come gli altri) essersi fermato a quelle sonoritÁ , ripetitive e prive di entusiasmo, forse ad eccezion fatta per il brano che apre il disco, il resto è stantio a volte noioso. La nota positiva è la solita confezione "only for Fans" che consta di ben 2 Lp's, un doppio Cd, una litografia numerata, un poster ed una maglietta, magra consolazione per gli audiofili, abituati a sentire riff del calibro di "Speedking", "Ariel", o "Woman from Tokyo", ma il tempo è tiranno e non si ferma, ed un ritorno con i Deep Purple, solo per chiudere la carriera tutti insieme, non sarebbe affatto male.
Pubblicato in data: 4 agosto 2015
Opera Seconda
Oramai Luca Turilli ci ha abituato a capolavori discografici senza tempo e questa seconda opera "Prometheus - Symphonia ignis divinus" segna la definitiva consacrazione di "Maestro" del genere Power-Fantasy.
Questo disco è l'evoluzione naturale del primo e bellissimo "Asceding to infinity", dove a coronare tutte le tracce del disco, si erge maestosa la voce impareggiabile di un Alessandro Conti davvero al massimo delle sue doti vocali. Il disco in effetti ci regala delle sensazioni differenti tra passato e futuro e prova ne è la traccia che apre il disco "Nova Genesis (Ad Splendorem Angeli Triumphantis)".
Bella e tronfia di soluzioni sonore anche "Il tempio degli dei" e la title track "Prometheus".
Turilli e soci rendono comunque validissima l'idea che questa è la strada giusta da percorrere, questa è la musica e la prova che gli dei esistono e resistono ancora e che lo splendore trionfante degli angeli illumini tutti noi.